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04-04-2007
FUNGHI MEDICINALI
I ricercatori del Beckman Research Institute of the City of Hope di Duarte (California, Usa) hanno studiato sui topi gli effetti dell’aromatase estratto da sette tipi di verdure su tessuti cellulari in vitro e hanno scoperto che quello contenuto nei funghi è il più efficace, si tratta del prataiolo “Agaricus”, questo micete è il più efficaci nell’inibire l’enzima. Nei roditori studiati, i loro estratti hanno infatti ridotto sensibilmente la proliferazione di cellule cancerose.
(fonte Adnkronos Salute del 19.12.06)

L’utilizzo nella storia dei funghi sia per curare che per uso “magico” è ben noto e descritto in numerosi testi.

Alla luce delle moderne ricerche scientifiche si può affermare che i “Funghi medicinali” non hanno il potere di curare da soli le malattie, ma possono migliorare le difese dell'organismo per lottare contro di esse specie se ben associati, da specialisti, a specifiche cure mediche”.(2)

I funghi quindi hanno capacità di aumentare la funzione e l'attività del sistema immunitario, antibiotiche, antitossiche del corpo (Weill 1995) in quanto contengono polisaccaridi queste sostanze svolgono un ruolo d'eccitazione immuno-potente.

Sono numerose le specie che possiedono queste caratteristiche e sono ben descritte in letteratura (3):

Ganoderma applanatum (Pers.) Pat.
Fomes fomentarius (L.) Kickx
Polyporus umbellatus (Pers.) Fries
Schyzophyllum commune (Fr.) Fries
Auricularia auricola-judae (L.) Schroeter
Lentinus edodes (Berk.) Singer
Pholiota nameko Ito et Imai
Pleurotus ostreatus (Jacq.) Fries
Lyophyllum aggregatum (Fr.) Kühner
Armillaria mellea (Vahl.) Fries
Boletus edulis (Bull.) Fries
Claviceps purpurea

L’elenco è molto più lungo, ma la stranezza e che gran parte di queste specie sono legate ad una caratteristica il loro substrato di crescita di tipo legnicolo.

Nel caso dell'Agaricus blazei ( vedi foto in alto) questi componenti si trovano in maggior quantità che negli altri (94,2 mg/g). L'Agaricus blazei , è un fungo originario del Brasile lungamente studiato dalle Università Giapponesi e Americane fin dagli anni 60.
II motivo di tanto interesse è la presenza, nella composizione di questo tipo di fungo, di un polisaccaride chiamato Beta-d Glucano.
Nelle ricerche degli scienziati giapponesi fu scoperto che il Beta-d Glucano agisce nell'organismo umano aumentando le funzioni immunologiche, portando all'aumento di macrofagi, "Naturai Killer Cells" (NKC).

In una recente pubblicazione (febbraio 2007) "Antioxidant activity of Agaricus blazei" (1) dei ricercatori Oliveira OM, Vellosa JC, Fernandes AS, Buffa-Filho W, Hakime-Silva RA, Furlan M, Brunetti IL. appartenenti a University, Biochemistry and Technology Chemistry Department, Instituto de Quimica, Araraquara-SP, Brazil. Hanno verificato che l'estratto etanolico e le frazioni idroalcoliche e dell'acetato etilico dell'agarico blazei hanno attività antiossidante.

E' recente la notizia (aprile 2007 fonte. kataweb Salute) che l'Associazione Nazionale Medici Fitoterapeuti (Anmfit) ha annunciato di aver affidato al Centro di Medicina Naturale (Cmn) dell'Ospedale di Empoli, uno dei più importanti laboratori pubblici in materia di medicina delle piante, di aver predisposto un protocollo di ricerca clinica da sottoporre all'Istituto Tumori Toscano per valutare l'efficacia dell'Agaricus blazei su malati oncologici.

L'iniziativa è conseguente a un'indagine che la prestigiosa rivista inglese
"Evidence-based Complementary and Alternative Medicine" ha commissionato al gruppo di ricercatori empolese e che è stata pubblicata nel numero di aprile con il titolo:
" The Medicinal Mushroom Agaricus blazei: Review of Literature and Pharmaco-Toxicological Problems"


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Per saperne di più:


by Dott. Giovanni Rossi | commenti (0) | rispondi | modifica | trackback
 
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