Caviglia storta: passaggi essenziali per un recupero rapido e per prevenire complicazioni immediate

Basta un semplice inciampo su un terreno sconnesso per trasformare una passeggiata in un problema serio: la distorsione alla caviglia. Il dolore che scatta subito, il gonfiore che si fa intenso e la difficoltà a muovere il piede lanciano un chiaro segnale: c’è qualcosa che non va. I legamenti, quei robusti legami che tengono ferma l’articolazione, possono rompersi o stirarsi, e allora serve un intervento rapido. Chi frequenta palestre o vive nelle grandi città sa bene come anche un piccolo infortunio, preso sottogamba, possa diventare un guaio non da poco.

Che cos’è davvero una distorsione alla caviglia e come si manifesta

La distorsione alla caviglia non è altro che uno stiramento – o, nei casi peggiori, una rottura – dei legamenti che sorreggono l’articolazione. Accade spesso con movimenti bruschi o appoggi strampalati. Le due forme più frequenti? L’inversione (il piede gira verso l’interno, stressando i legamenti laterali) e l’eversione, meno comune, che coinvolge la parte interna con una torsione verso l’esterno. Insomma, sono manovre che si verificano facilmente mentre si fa sport, o semplicemente – diciamo – camminando su terreni irregolari.

Caviglia storta: passaggi essenziali per un recupero rapido e per prevenire complicazioni immediate
Caviglia storta: passaggi essenziali per un recupero rapido e per prevenire complicazioni immediate – ispettorimicologi.it

Nei mesi freddi – e qui il rischio aumenta, soprattutto per terreni diventati scivolosi a causa di pioggia o ghiaccio – le distorsioni si moltiplicano. I segnali più evidenti sono un dolore acuto, gonfiore, lividi e quella fastidiosa sensazione che la caviglia “non regge”, impedendo di stare in piedi senza fastidio. La gravità, però, cambia molto: si va da uno stiramento leggero fino alla rottura totale di uno o più legamenti. Questo influenza, ovviamente, anche i tempi di guarigione e la cura da seguire.

Chi si muove molto in città – dove le insidie sul marciapiede sono dietro l’angolo – se ne accorge soprattutto nelle stagioni più fredde. Capire cosa succede quando si ha una distorsione aiuta a valutare seriamente quando serve un controllo medico o quando si può stare un po’ più tranquilli.

Come intervenire subito dopo la distorsione

Appena capita una distorsione, muoversi subito nel modo giusto può fare la differenza tra un recupero veloce e una complicazione fastidiosa. Il metodo RICE – cioè riposo, ghiaccio, compressione e elevazione – è quello più usato dai medici. Il trucco sta nel ridurre il carico fin da subito, mettere impacchi freddi a intervalli brevi e tenere la caviglia sollevata: così si limita il gonfiore e si controlla l’infiammazione proprio nelle prime 48-72 ore, quando tutto è ancora “aperto”.

In città il problema si fa sentire soprattutto d’inverno, quando ogni marciapiede bucherellato o sconnesso diventa pericoloso – non a caso si vedono tanti casi in quel periodo. Il consiglio, anzi, è rivolgersi al medico se il dolore non si calma o si fatica a mettere peso sul piede. A volte si nascondono fratture o danni più gravi. Gli esami come radiografie o ecografie offrono un quadro chiaro, così da iniziare una cura mirata che può andare dai farmaci antinfiammatori alla fisioterapia, fino a rari interventi chirurgici.

Chi riconosce i segnali e agisce senza perdere tempo riduce in modo netto i rischi che il problema diventi cronico o si aggravi.

Recupero e prevenzione: evitare nuove distorsioni

Il recupero da una distorsione può essere breve o lungo, a seconda della gravità. Nei casi lievi bastano pochi giorni, ma quando i legamenti sono molto compromessi la fase di cura può dilatarsi anche per settimane. Un errore comune – e un dettaglio non da poco – è quello di tornare prematuramente alle attività fisiche: così si rischia di peggiorare e fare il “bis”.

La fase che segue la scomparsa del dolore e del gonfiore richiede un percorso di fisioterapia specifica, per rinforzare i muscoli intorno alla caviglia e ristabilire un buon equilibrio articolare. Spesso si aggiunge il supporto di un tutore, molto utile dai che hanno già avuto problemi simili in passato. Poi, va considerata la scelta delle scarpe giuste, un riscaldamento fatto bene prima dell’attività e la consapevolezza del terreno: tutte cose che, se osservate con attenzione, prevenendo i nuovi infortuni.

Qui nel Nord Italia, dove marciapiedi e sentieri non sono sempre regolari, queste attenzioni non sono un optional. Chi si cura bene la caviglia mantiene a lungo una buona mobilità. Insomma, anche una distorsione presa sottogamba può lasciare strascichi – per evitarli conviene fare le cose per bene fin dall’inizio.

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