La vellutata di radicchio: un piatto caldo che avvolge con i sapori intensi dell’autunno

Con l’arrivo del freddo – si sa – la voglia di qualcosa di caldo e sostanzioso cresce. Tra le zuppe che scaldano il cuore in inverno, la vellutata di radicchio spicca per il suo tocco elegante. Qui parliamo di un piatto dal colore deciso e dal sapore marcato, che mette in evidenza una verdura tipica delle stagioni fredde. Per chi ama un gusto bilanciato ma con un pizzico di complessità, è un’opzione perfetta. Il radicchio, con la sua nota amarognola riconoscibile, fa capolino in questa crema vellutata sorprendente, ma bisogna curare la preparazione per non perdere il giusto equilibrio tra sapori e la consistenza che fa la differenza. Gli ingredienti scelti e i tempi di cottura – anche quelli più piccoli – cambiano molto il risultato finale, e spesso sono dettagli che si danno per scontati, ma che fanno davvero la differenza nel valorizzare la ricetta.

Come preparare una vellutata di radicchio con il giusto equilibrio di sapori

Se volete una vellutata di radicchio che non stoni, il primo step è il brodo vegetale, rigorosamente di qualità. Anche aggiungere le foglie più dure del radicchio direttamente nel brodo aiuta a ottenere quel rosso intenso che salta subito all’occhio. Nel Nord Italia, soprattutto in Veneto e Lombardia, il radicchio Trevisano la fa da padrone: la sua forma allungata e la croccantezza regalano una nota fresca che smorza l’amaro. Un’alternativa più dolce? Il radicchio Veronese: più compatto e con meno amarezza, quindi adatto a chi non ama troppo l’aspro.

La vellutata di radicchio: un piatto caldo che avvolge con i sapori intensi dell'autunno
La vellutata di radicchio: un piatto caldo che avvolge con i sapori intensi dell’autunno – ispettorimicologi.it

Nel procedimento, si parte con un soffritto di porri tagliati a rondelle, cotti lentamente in olio extravergine d’oliva, e poi si aggiungono patate a cubetti, che, per dire, rendono il piatto finale più dolce e cremoso. Da ultimo, il radicchio – finemente tritato, così cuoce velocemente e in modo uniforme – entra in scena. Un aspetto spesso sottovalutato soprattutto in città, lontani dalle cucine tradizionali, riguarda il tempo di cottura: troppo lungo e la verdura perde colore, diventando più amara, roba da evitare insomma. Il brodo caldo va versato poco a poco, così si controlla bene la densità finale. Dopo circa venti minuti, quando le verdure sono morbide, si frulla tutto con un mixer a immersione per avere una crema liscia, senza grumi.

Per un tocco finale morbido, un cucchiaio di panna – vaccina, o vegetale se preferite – aiuta a dare quella cremosità senza appesantire. In alternativa, un po’ di yogurt aggiunge una punta acidula che esalta il radicchio. La presentazione? I crostini di pane integrale o ai cereali caldi, arricchiti da qualche punta di foglie di radicchio tenuta da parte, fanno la differenza tanto al gusto quanto all’occhio. Chi cucina durante i mesi freddi sa bene come la semplicità di questo piatto, unita a qualche accorgimento – a volte invisibile ma non banale – regali una vellutata davvero raffinata.

Valori nutrizionali, varianti e abbinamenti per un piatto versatile e salutare

Parlando di radicchio, non si può ignorare il suo ruolo non solo a livello di sapore, ma pure per le sue proprietà nutritive. Ricco di antiossidanti, aiuta a combattere l’invecchiamento cellulare, una cosa che – chi lo avrebbe detto – fa sempre comodo. Ha anche abbastanza vitamina C e A, utili per tenere su il sistema immunitario e proteggere la vista. Grazie al suo effetto diuretico e depurativo, spesso entra nelle diete leggere, soprattutto quando la vellutata è fatta solo con brodo e senza ingredienti troppo calorici.

Chi segue una dieta vegetariana o vegana troverà facile adattare la ricetta, eliminando i latticini e sostituendo la panna con versioni vegetali – soia o avena per esempio. Tra le varianti più diffuse, per smorzare l’amaro, si può saltare in padella il radicchio in un soffritto veloce con un filo d’olio, un po’ di burro e un pizzico di zucchero o miele – una mossa molto usata dai cuochi, perché rende il gusto più “amichevole” per chi non ama l’amaro. Alla fine della cottura, si aggiungono formaggi cremosi come gorgonzola dolce o robiola, che arricchiscono senza coprire troppo l’ortaggio, e spezie leggere tipo noce moscata, pepe rosa o zenzero, che portano profumo senza esagerare.

Per quanto riguarda le bevande – dettaglio non da poco – vini rosati o rossi leggeri, come il Valpolicella, sono perfetti con la vellutata. Anche bianchi freschi, tipo Pinot Grigio o Verdicchio, accompagnano senza schiacciare i sapori. Dal punto di vista dei carboidrati, servire la crema con una base di orzo, farro o riso integrale aggiunge sostanza e rende il piatto completo. Chi frequenta la cucina italiana dei mesi freddi sa riconoscere in questa vellutata una scelta concreta: un mix di semplicità e profilo nutrizionale interessante, un’accoppiata che piace sia ai cuochi casalinghi sia ai professionisti.

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