Natura spettacolare sul Garda Trentino: 3 itinerari autunnali per escursionisti e amanti del lago

Una mattina di fine autunno sulle rive del Garda Trentino: l’aria è nitida, i campi mostrano le prime brume e i sentieri offrono una mappa di storie agricole antiche. Qui non si viene solo per il panorama, ma per capire come natura e comunità si siano adattate a vicenda nei secoli. Sul territorio che guarda il più grande lago d’Italia sono stati tracciati tre percorsi che funzionano come piccole guide sul campo: mostrano colture storiche, mestieri locali e tracce della vita quotidiana di montagna e di lago. Chi cammina lungo questi itinerari trova pannelli informativi, borghi che raccontano pratiche agricole e rifugi che testimoniano trasformazioni politiche e sociali. Un dettaglio che molti sottovalutano è proprio la qualità delle informazioni disponibili lungo i percorsi: non sono semplici cartelli, ma strumenti pensati per spiegare perché certi paesaggi esistono e come si sono mantenuti nel tempo.

Sentiero della Noce, Comano

Il Sentiero della Noce parte da Santa Croce del Bleggio, piccolo centro del comune di Comano, a circa 600 metri sul livello del mare. È un percorso tematico di media quota, pensato per essere accessibile a famiglie e camminatori con esperienza moderata. Negli ultimi anni è stato riqualificato grazie alla collaborazione tra APT Garda Dolomiti, il comune di Bleggio Superiore, l’Ecomuseo della Judicaria e la Confraternita della Noce del Bleggio. L’elemento centrale è la cultivar locale, presente sin dall’epoca romana e riconosciuta anche da iniziative di tutela alimentare. Lungo il tracciato sono installati sette pannelli che spiegano la biologia dell’albero, le varietà locali, gli usi del legno e le preparazioni tipiche: dolci, liquori e conserve che raccontano una cultura del cibo legata al territorio.

Natura spettacolare sul Garda Trentino: 3 itinerari autunnali per escursionisti e amanti del lago
Vista panoramica sul Garda Trentino, con le sue acque azzurre popolate da vele e windsurf, circondate da montagne maestose e vegetazione lussureggiante. – ispettorimicologi.it

Il paesaggio accompagna il visitatore con prati terrazzati, muretti a secco e stradine rurali poco battute: ogni tappa svela un pezzo di identità agricola. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la diversa percezione del silenzio rurale, meno evidente nelle stagioni turistiche; qui si percepiscono meglio i ritmi del lavoro stagionale e la cura delle colture. Il Sentiero della Noce è quindi anche uno strumento educativo per capire come la coltivazione della noce abbia plasmato economia e paesaggio locale.

Sentiero dell’Olivo, Arco

Il Sentiero dell’Olivo si sviluppa attorno al comune di Arco, a quota bassa (circa 90 m s.l.m.), ed è un anello che attraversa filari di ulivi pluricentenari. Gli ulivi del Garda Trentino sono un elemento paesaggistico riconoscibile e uno di quei casi in cui cultura e ambiente si rispecchiano: il rapporto tra il lago e le colture è raccontato anche dai viaggiatori del Grand Tour, come Goethe, che osservavano e descrivevano questo territorio. Il tracciato è corredato da quattordici pannelli informativi che spiegano la botanica, la gestione degli uliveti, la geologia e le tecniche tradizionali di raccolta.

Il percorso è ideale per chi cerca una passeggiata facile ma ricca di contenuti: si attraversano oliveti, si raggiungono punti panoramici sulla città medievale di Arco e si incontrano riferimenti ai prodotti locali. Tra le preparazioni tradizionali illustrate c’è la mòlche, una pasta oleosa a base di olive usata per preparare un pane saporito e profumato, e naturalmente l’olio extravergine che rappresenta un patrimonio alimentare della zona. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la continuità storica di queste colture: non sono piantagioni moderne, ma sistemi agrari che si sono adattati a clima e suolo per secoli.

Il Sentiero dell’Olivo offre quindi una lettura del paesaggio che unisce storia, geologia e sapere popolare: camminando si capisce perché gli uliveti siano diventati simbolo del Garda Trentino e risorsa economica sostenibile.

Salita a Monte Stivo, Alpi di Ledro

La salita a Monte Stivo porta a una delle vette che dominano il Garda Trentino: la cima supera i 2.050 metri e regala una panoramica ampia su catene montuose lontane e sul lago. Dal crinale si vedono in una volta sola l’Adamello-Presanella, l’Ortles, le Dolomiti di Brenta e, in giornate limpide, la Marmolada. La montagna si può raggiungere con due percorsi principali: il sentiero classico da Sant’Antonio, lungo circa 9,7 chilometri con un dislivello di 850 metri, e il tracciato che parte da Malga Campo, più corto ma comunque impegnativo, con 8,4 chilometri e 590 metri di dislivello. Entrambi richiedono una preparazione fisica adeguata e attenzione alle condizioni meteorologiche.

Lungo le salite emergono tracce storiche: il Rifugio Stivo – Prospero Marchetti, costruito tra il 1905 e il 1906, testimonia l’attività alpinistica e le trasformazioni politiche della zona; non è raro imbattersi in resti delle linee del fronte della Grande Guerra, un elemento che collega l’escursione a vicende storiche più ampie. Un dettaglio che molti sottovalutano è l’importanza del periodo di fioritura e dello stato dei sentieri: nella vita quotidiana degli escursionisti questi fattori determinano la qualità dell’esperienza tanto quanto la vista dalla cima.

La salita a Monte Stivo è quindi un’escursione che unisce paesaggio, storia e fatica fisica: arrivare in cima offre una visione concreta di come il Garda Trentino sia un territorio dove lago e montagna convivono e si raccontano a chi cammina.

×