Il crepitio della legna, il lento sciabordio di un bicchiere… ecco l’ingresso di un vino che trasforma un dopocena in un momento da ricordare. La bottiglia che si stappa nel cuore della campagna del Nord Est della Spagna, tra rocce scure e viti centenarie, porta con sé un’eleganza discreta e una forza controllata. Chi apre il tappo del Morlanda Vi de Guarda 2018 si trova immerso nella regione del Priorat, dove la roccia si innalza tra filari ordinati e il lavoro manuale detta i tempi. Non serve un menù elaborato: bastano una pietanza calda e un’atmosfera raccolta. Ecco perché questo vino non si presta a piatti veloci o pasti frenetici, ma richiede un ritmo lento e conversazioni autentiche. Un invito a fermarsi, assaporare e osservare il paesaggio intorno al fuoco.
Il vino che racconta il Priorat
Tra le colline aspre e i filari che si arrampicano sulle pendici della Sierra de Montsant, nasce Morlanda Vi de Guarda 2018, un rosso che sembra scolpito nella roccia. Nel bicchiere emergono sfumature profonde, come se ogni sorso portasse con sé un pezzo di quella terra antica. Qui, nel Priorat spagnolo, le viti si confrontano con suoli di llicorella, uno scisto unico che riflette calore e minerali. Il calice si riscalda al tocco delle mani, mentre l’ambiente intorno diventa più raccolto e l’attenzione si concentra su ogni nota olfattiva e gustativa. In un contesto dove la velocità sembra bandita, questo vino invita a rallentare i gesti e ad ascoltare il silenzio dei paesaggi circostanti.

La sapiente fusione di Garnacha e Cariñena dà forma a un bouquet compatto, dove la frutta matura convive con un leggero accenno floreale. L’affinamento in botti di rovere lieve introduce un velo tostato, aggiungendo struttura senza appesantire. Un dettaglio che molti sottovalutano è il ruolo delle piante spontanee tra i filari: erbe aromatiche e piccoli arbusti contribuiscono a un profilo vegetale che ravviva il palato. Le pratiche manuali in vigna esaltano la qualità degli acini, poiché ogni grappolo viene selezionato a mano. Chi degusta nota subito una sensazione di equilibrio, un bilanciamento tra potenza e freschezza che definisce l’identità di questo territorio.
L’intensità di questo Priorat non è mai arroganza, ma una forma di eleganza che si insinua nel sorso con discrezione. È come un affresco dipinto a strati, dove ciascun livello racconta un ramo, un acino, una piega del suolo. Le note leggermente affumicate e il finale lungo permettono di assaporare la complessità senza sentirsi sopraffatti. Il vento del Mediterraneo e la differenza termica tra giorno e notte accentuano la concentrazione degli aromi, contribuendo a un carattere profondo e avvolgente. In diverse zone del Nord Est spagnolo, i vignaioli parlano di questo vino come di un emblema locale: non un’etichetta di lusso fine a sé stessa, ma uno specchio autentico del territorio.
Accostamenti e temperatura ideale
Non servono menu complessi per apprezzare al meglio questo rosso: stufati di selvaggina, carni succulente e piatti saporiti ne esaltano la profondità. L’agnello al forno e la carne rossa alla griglia trovano un perfetto punto di contatto nel vino, che sostiene senza sovrastare. Anche un risotto con funghi porcini o un brasato di manzo diventano partner ideali per un calice generoso. Il calore del fuoco e la densità dei piatti si fondono con il sorso, creando un equilibrio di sensazioni. A tavola, le consistenze tenere degli ingredienti si amalgamano con le note tostate e balsamiche lasciate in bocca. Perfino un tagliere di formaggi stagionati può diventare un compagno di degustazione inatteso, purché servito con moderazione.
La temperatura di servizio è un elemento chiave: tra i 16 e i 18 °C il vino esprime al meglio il suo ventaglio aromatico, con toni fruttati e sfumature terrose in perfetto equilibrio. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la variazione del calore percepito in bocca, che può cambiare con poche frazioni di grado in più o in meno. È utile aprire la bottiglia almeno un’ora prima, lasciando che il vino si ossigeni lentamente. In questo modo emergono sentori più morbidi, con un tono di cioccolato fondente e una punta di pepe nero. Chi segue queste semplici accortezze trasforma ogni sorso in un’esperienza completa.
A rendere unico il momento è anche l’atmosfera: un bicchiere fumante accanto al caminetto crea l’ambiente perfetto per conversazioni intime e riflessioni lente. In diverse stagioni dell’anno, il contrasto tra l’esterno rigido e il calore interno amplifica la sensazione di comfort. Non serve un vino molto strutturato per chi cerca leggerezza: Morlanda Vi de Guarda 2018 unisce potenza e fluidità, permettendo di bere più bicchieri senza appesantirsi. È un invito a condividere il piacere in compagnia, tra risate soffuse e pause prolungate tra un sorso e l’altro.
L’identità del vitigno e la sostenibilità
Dietro ogni bottiglia di Morlanda Vi de Guarda 2018 c’è la storia di Viticultors del Priorat, cooperativa fondata nel 1997 a Bellmunt del Priorat. Da oltre vent’anni, i soci lavorano con metodi tradizionali e una costante attenzione al terreno. Nel cuore dei vigneti si applica l’agricoltura biologica, evitando concimi chimici e tutelando la biodiversità. Gli aromi che emergono dal calice riflettono l’impegno per una viticoltura rispettosa dei cicli naturali, dove ogni filare riceve cure mirate e potature attente.
La cura del vigneto include anche l’uso di probiotici per favorire l’equilibrio microbiologico del suolo e delle foglie. Queste pratiche permettono di ottenere acini sani e ricchi di aromi, riducendo al minimo gli interventi in cantina. L’affinamento avviene in botti di rovere french e american, dove il vino riposa senza forzature, sviluppando gradualmente corpo e profumi. Il risultato è una bevanda intensa ma capace di mantenere una freschezza viva, grazie alle escursioni termiche tipiche del Mediterraneo.
Il progetto di Viticultors del Priorat va oltre la produzione: include iniziative di tutela paesaggistica e percorsi di visita alle aziende locali. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la sinergia tra uomo e natura, evidente in ogni grappolo raccolto. Le strade tortuose che portano alle cantine svelano un territorio ancora autentico, dove l’innovazione si sposa con la tradizione. Alla fine di ogni degustazione, restano impressi la complessità del sorso e la sensazione di aver esplorato un angolo vivo del Nord Est spagnolo, testimonianza tangibile di eccellenza e sostenibilità.