| FUNGHI URANIO IMPOVERITO
Funghi Organismi Bioaccumulatori
I funghi hanno una elevata capacità di assorbire e/o accumulare elevate quantità di contaminanti radioattivi (cesio,uranio ecc.) e convenzionali (mercurio,piombo,rame,cadmio ecc.) anche con bassi livelli presenti nel terreno e sono in grado inoltre di trattenere per lunghi periodi elevate concentrazioni d’inquinanti. L'organismo fungino, o micelio, é formato dall'insieme di un numero grandissimo di cellule, la cui differenziazione costituisce le sue varie parte La parte principale é formata da una fittissima ed intricata rete di filamenti sottilissimi aventi diametro variabile tra 0,5 e 150 µm, detti ife, che si diramano anche per decine o centinaia di metri quadrati appena sotto la superficie del terreno o la corteccia degli alberi o la materia in decomposizione, e rappresentano una formidabile rete assorbente per tutti gli elementi che possono essere assimilati o accumulati dall'organismo fungino (in particolare i metalli o particolari sostanze organiche di sintesi non facilmente degradabili, IPA, PCB, ecc.). Per sua costituzione quindi l'organismo fungino ha bisogno dei macro nutrienti tipici delle specie vegetali, come il carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto, fosforo , zolfo, magnesio e potassio, tuttavia nella sua composizione sono sempre presenti almeno altri elementi da considerare quindi micronutrienti essenziali, cioé ferro, zinco, rame, manganese, molibdeno e calcio .Oltre a questi si trovano altri elementi metallici tra cui non si sa ancora quali considerare accidentali o fondamentali per la vita del micete.
I funghi quindi sono organismi bioaccumulatori e tale caratteristica trova un interessante campo d’applicazione nella “bioremediation”, una tecnica che prevede l'utilizzo d’agenti biologici per il risanamento d’ambienti contaminati: sono già stati istallati impianti modello che prevedono il trattamento dei residui della produzione primaria con funghi, ottenendo mangime per animali.
Le nanoparticelle
Le nanoparticelle è un particolato ultrafino con un diametro che va da 2 e 200 nm ( un nano = dal miliardesimo al decimilionesimo di metro, un micro = dal milionesimo al centomillesimo di metro) .
Queste micro-particelle possono avere una fonte naturale come le eruzioni vulcaniche, i fulmini, l'erosione delle rocci ,la sabbia ecc. .,
Ma possono avere anche un'origine non naturale, pensiamo agli inceneritori, al fumo delle sigarette, alle emissioni dei gas di scarico delle industrie e alle armi belliche (uranio impoverito).
Nanopatologie
L'argomento micro-particelle "polveri" se ne occupato da lungo tempo la MEDICINA DEL LAVORO distinguendole in PNEUMOCONIOGENE e non PNEUMOCONIOGENE ,le polveri pneumoconiogene sono quelle che esplicano la loro azione sull'apparato respiratorio e si possono distinguere in polveri inerte quelle che non determinano malattie organiche significative nè effetti tossici e poveri fibrogene le più pericolose perchè alterano la struttura degli alveoli in modo permanente, tipici esempi sono le polveri che contengono silice cristallina e amianto. Infine le polveri NON PNEUMOCONIOGENE sono quelle che contengono sostanze che producano un danno anche su un altro organo, oltre che sul polmone, dopo l'inalazione il principio attivo viene portato in circolo e raggiunge l'organo bersaglio, sono i metalli, sali o sostanze organiche.
Da pochi anni si parla nel mondo scientifico di “Nanopatologie” il termine è stato concepito a partire dal 1999 (5) in base a studi e ricerche effettuate dall'Università di Modena e Reggio Emilia -Laboratorio Biomateriali- fondato e diretto dalla ricercatrice Dott.ssa Antonietta Gatti, le nanoparticelle possono entrarre nel corpo umano per due principali vie per inalazione o per ingestione.
La via di penetrazione più pericolosa è quella inalatoria perchè il sistema respiratorio ha una superficie di contatto offerta dagli alveoli polmonari di circa 100 metri quadrati ,un essere umano respira in media 20 metri cubi d'aria al giorno! Le particelle che vengono inspirate avendo una granulometria molto ridotta arrivano negli alveoli polmonari che di norma sono fagocitate dai macrofagi che però non riescono a degradarli perchè costituiti da particelle non biogradabili rimanendo quindi nell'organismo.
Le nanoparticelle avendo dimensioni ancor più ridotte riescono ad arrivare in minor tempo negli alveoli e poi nel sangue.
L'altra via d'assunzione è l'ingestione queste micro-particelle possono essere portate dagli alimenti sui quali si deposita, l'apparato digerente lascia transitare una minima parte di queste particelle che entra successivamente nel sangue.
La maggior parte di esse vengono eliminate naturalmente attraverso le urine e le feci altre rimangono nell'organismo umano essendo bioincompatibili e queste nanoparticelle potrebbero sviluppare nel tempo alcune particolari patologie.
Funghi selvatici e Uranio Impoverito
L’Uranio impoverito (DU = depleted uranium) è il materiale di scarto delle centrali nucleari contiene meno dello 0.7% di 235U. Il DU è quindi meno radioattivo dell’uranio naturale di circa il 40%, ha comunque un tempo di disintegrazione naturale di centinaia di milioni di anni.
Il DU possiede alcune proprietà fisiche particolari quali la densità elevatissima (19 g/cm3, 1.7 volte maggiore della densità del piombo) una notevole duttilità e inoltre risulta piroforico cioè piccole particelle prendono spontaneamente fuoco a contatto con l'aria. Queste caratteristiche fisiche del DU sono state utilizzate per fini bellici nella produzione di particolari proiettili che poi sono stati utilizzati nei recenti conflitti (Guerra del Golfo, Afghanistan, Balcani) .
Nel 1998, allora Ministro Federale Jugoslavo per l'Agricoltura denunciava ai Ministri dei Paesi Europei l'utilizzo dell'uranio impoverito nei proiettili nella guerra dei Balcani con l’aumento non trascurabile di radioattività e la possibile contaminazione degli alimenti agricoli e forestali. Per i ricercatori del CNR (1)invece la radioattività che si disperde nell'ambiente, in seguito all'esplosione di un proiettile all'uranio impoverito, è così bassa che non altera quella presente naturalmente Da una ricerca svolta dall'Università di Modena e Reggio Emilia (2) i tumori e le leucemie riscontrate nei militari italiani non sarebbero direttamente legati all'esposizione alla radioattività dell'uranio impoverito, ma bensì alle nanoparticelle non biocompatibili che si formano durante le esplosioni ad alte temperature tipiche dei proiettili all'uranio impoverito e al tugsteno.
Queste nano-detriti fluttuano nell'aria per poi depositarsi, prima o poi sulla terra polveri che poi entrano nella catena alimentare e così nel corpo umano.
I funghi selvatici (porcini, prataioli ecc. ) raccolti nei siti "contaminati dagli ordigni da Uranio Impoverito" dall'ex Jugoslavia potrebbero essere potenzialmente pericolosi. Da quanto abbiamo precedentemente detto l'organismo fungino è un ottimo bioccumulatore, inoltre durante la sua rapida crescita è possibile che inglobi nella carne particelle inorganiche e quindi anche delle nanoparticelle (DU).
Per questo motivo il Ministero della salute ha emanato un Decreto 27 agosto 2004 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 254 del 28 ottobre 2004 “Attuazione di un programma di monitoraggio per la ricerca di contaminanti chimici-fisici nelle derrate alimentari, provenienti dalla Bosnia –Herzegovina e dal Kosovo con il quale si avvia un programma di monitoraggio sulle derrate alimentari provenienti da Bosnia Erzegovina e Kossovo.
Sono due i contaminanti chimico-fisici ricercati: uranio ed arsenico quest’ultimo contaminante conseguente dei bombardamenti americani sui centri petrolchimici nel 1999.
--06 MAGGIO 2008--
Lo studio condotto dall 'Universita' di Dundee e pubblicato da Current Biology ha scoperto che i FUNGHI ed in particolare il "Micelio" avvolge le particelle fini di uranio impoverito trasformandolo in uranile solfato, un complesso inerte .
Questo studio apre la possibilità dell'utilizzo dei funghi per la decontaminazione dei siti contaminati da uranio impoverito ,ma apre nuovi interrogativi sul
possibile RISCHIO SANITARIO sull'utilizzo ai fini eduli dei funghi selvatici (porcini e non solo) provenienti da questi paesi e commercializzati in europa.
BIBLIOGRAFIA:
1. Relazione Mandelli “Relazione preliminare della commissione istituita dal
Ministero della Difesa sull’incidenza di neoplasie maligne tra i militari
impiegati in Bosnia e Kosovo “,Roma 19 marzo 2001;
2. Università di Modena Antonietta Gatti “Approccio bioingegneristico alla
Sindrome dei Balcani”,2004;
3.A. Gatti, S. Montanari, Risk assessment of micro and nanoparticles and human health, capitolo in Handbook of Nanostructured Biomaterials and Their Applications in Nanobiotechnology Vol 2, pagine 347-369;
4.Hari Singh Nalwa, Handbook of Nanostructured Biomaterials and Their Applications in Nanobiotechnology, American Scientiic Publishers;
5. Gatti,A. L'inquinamento bellico come causa di nanopatologie capitolo del libro URANIO, MIR edizioni, novembre 2005 pp 6-35;
6.Dojmi Di Delupis e F. Dojmi Di Delupis “Contaminazione di funghi commestibili con mercurio, cadmio e piombo” Istituto Superiore di Sanità Roma, 19 pp, 1996;
7.L. Cocchi, L. Vescovi, "Considerazioni sul contenuto di elementi chimici nei funghi. Argento, cadmio, mercurio e piombo nel genere Agaricus". In: Rivista di Micologia 1: 53-72 (1997).
Documenti da consultare nel web:
(8) NANOPATOLOGIE in WIKIPENDIA
(9) Istituto Nanodiagnostics di Modena diretto dal Dott. Stefano Montanari
(10) Nanotoxicology at The University of Florida
(11) Nano particelle e salute... Istituto Superiore sanità
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